DOPO I FURBETTI DEL CARTELLINO…
IL CARTELLO DEI FURBETTINI
Le recenti vicende accadute al Museo delle Arti e Tradizioni Popolari di Roma hanno gettato una comprensibile luce di discredito sui dipendenti pubblici, senza distinguere lavoratori corretti da lavoratori presumibilmente colpevoli ma, al contrario, invitando a generalizzare su “fannulloni” e “furbetti del cartellino”. In questa cortina fumogena mediatica – al di là delle colpe accertate e doverosamente da punire, senza tentennamento alcuno – sono stati infilati tutti, dirigente e dipendenti del Museo, anche coloro che erano completamente estranei ad ogni vicenda.
Come UIL non abbiamo mancato di far sentire la nostra voce immediatamente, condannando, con le autorevoli parole del Segretario generale Barbagallo, i comportamenti truffaldini senza se e senza ma. Arrivando, anzi, a paventare la costituzione in parte civile della Confederazione avverso quei dipendenti pubblici che coprivano di disonore, con la propria condotta, tutto il Pubblico Impiego.
Mentre le Autorità formulavano capi d’accusa e istruivano il processo a carico dei colpevoli – dando impulso contestualmente ad un Mibact tradizionalmente latinoamericano nella tempistica dei procedimenti disciplinari, i quali in questo frangente si sono invece svolti con fulminea pervicacia – la stampa nazionale teneva desta l’attenzione sui “furbetti del cartellino” rimpallandola da Roma alla Liguria con morbosa attenzione alle braghe di cotone di un vigile in procinto di timbrare il proprio turno di servizio.
In tutto questo si è coperto con un incomprensibile silenzio il ruolo del dirigente del Museo dell’EUR, talvolta evocato da certa stampa locale come assolutamente colpevole, comprovato da un incarico di collaborazione istituzionale – senza compensi né rimborsi spese – in altra regione (che quindi sarebbe stata la causa dell’omessa vigilanza sui comportamenti dei dipendenti).
Poiché non ci piace la politica del “doppio forno” di andreottiana memoria, con la stessa nettezza ci congratuliamo oggi, appena saputolo, con la dott.ssa Maura Picciau, che in data 22 marzo scorso è stata «prosciolta da ogni addebito contestato per l’accertata insussistenza della responsabilità disciplinare in relazione ai fatti contestati». Abbiamo altresì appreso che già in data 15 gennaio scorso ella era stata scagionata da una visita ispettiva comandata in gran fretta. Peccato che di tutto questo non sia stata data finora notizia alcuna.
Non vorremmo dover pensare che nel nostro ministero esista un manipolo di persone che sovrastimano la propria intelligenza e il loro potere seppellendo in qualche doppiofondo le notizie considerate “poco produttive” all’immagine di regime, oppure operando la selezione chirurgica della propaganda oscurando nelle rassegne stampa le notizie sgradite ai vertici, rimuovendo rappresentanti sindacali da ruoli interni agli uffici del personale in ossequio a codici di comportamento d’ispirazione salazarista.
Abbiamo scoperto che esistono ancora le consorterie, le lobbies e i gruppi di potere. Perciò se è lecito parlare di “furbetti del cartellino” sarà lecito parlare anche di “cartello dei furbettini”.
Dei quali ci onoriamo – e ci onoreremo sempre – di non fare parte.
La Segreteria Nazionale SCARICA IL DOCUMENTO IN PDF